E’ pericoloso ignorare gli effetti collaterali di ulteriori politiche accomodanti da parte della Bce perché spingerebbe le persone a prelevare denaro in contanti (“weil es dann zu einem Ausweichen der Sparer auf Bargeld kommen könnte”). Lo ha detto questa mattina a Francoforte Jens Weidmann, presidente della Bundesbank e membro del Consiglio direttivo della Banca centrale europea durante la presentazione del bilancio 2015 della Buba.
Il 10 marzo la Banca centrale europea si deve riunire per decidere se effettuare un ulteriore aumento dei tassi negativi, che al momento sono al -0,3%. Alcuni analisti si attendono un -0,4%. A quel punto il governatore della Banca centrale Mario Draghi dovrà fare i conti con l’opposizione della Bundesbank. Che sarà però messa in atto dai presidenti di altre banche centrali a lui vicine perché, per un fatto di turnazione, Weidmann non potrà votare.
E sulla questione delle banconote in circolazione, su cui la Bce sta discutendo per eliminare il taglio da 500 euro (ufficialmente per limitare i fondi in nero e quelli usati dalal malavita), il presidente della Buba ha spiegato che “l’80% dei tedeschi paga ancora in contanti le transazioni. E che quando mi incontrano mi pongono preoccupati domande su una possibile riduzione del contante nell’Eurozona”. Di questo Weidmann deve tenere conto, il presidente della Buba è poi molto scettico sulla proposta dell’Spd tedesco di limitare la circolazione della valuta cartacea nell’Ue con un tetto di 5mila euro (“Perché credete forse che la criminalità si fermerà?”).
Weidmann ha poi suggerito che per dare reale stabilità all’eurozona bisogna creare “una vera unione fiscale, sicuramente il passo più importante da fare”, altrimenti si rischia una frattura interna al sistema. Un passo importante che comporta sforzi notevoli da parte di governi che fino ad ora non hanno fatto molto per adeguarsi ad una visione europea delle regole. Weidmann ha poi aggiunto che i timori sugli effetti secondari derivanti dalla bassa inflazione sono “forzati” e che l’outlook dell’Eurozona “non è così brutto” come viene a volte dipinto. Comunque sia, il banchiere ha ammesso che il protrarsi della bassa inflazione rappresenta indubbiamente una sfida per l’istituto di Francoforte.
La Bundesbank ha registrato nel 2015 un utile di 3,2 miliardi di euro rispetto ai 3 miliardi del 2014. Weidmann ha spiegato che il miglioramento deriva da operazioni finanziarie positive, svalutazioni e accantonamenti rischi in calo. “Nel loro insieme, questi fattori hanno fatto sì che la redditività sia stata leggermente più elevata rispetto all’anno precedente”, ha osservato Weidmann durante la conferenza stampa annuale della Bundesbank. Ha poi aggiunto che la copertura sui rischio della Buba è stato momentaneamente ridotto di 0,8 miliardi a 13,6 miliardi di euro. La gestione delle riserve valutarie è stata tradizionalmente la principale fonte di rischio nel bilancio della Bundesbank, ma tra il 2010 e il 2012 hanno cominciato a calare le partecipazioni in Smp, attività e titoli in euro di portafogli di rifinanziamento risultati fra i principali elementi di rischio.