C’è molta Asia nel futuro di Julius Baer, prima banca private in Svizzera e tra i principali a livello mondiale. Ma l’Europa resta cruciale, a cominciare dall’Italia. “Kairos aveva 4 miliardi in gestione nel 2012. Oggi ne ha 8 ed è possibile che arrivi a gestirne 20 nel 2020”, ha dichiarato Boris Collardi (nella foto), ceo di Julius Baer in un’intervista al Sole 24 Ore.
L’ingresso del gruppo elvetico in Kairos risale al 2013 quando Julius Baer acquistò il 19,9% della società fondata da Paolo Basilico. A fine 2015 ha esercitato l’opzione per salire all’80%. Lo step successivo è la quotazione, prevista inizialmente nel primo semestre. “È un passaggio fondamentale per garantire l’indipendenza della società. Tuttavia, visto che possiamo scegliere, faremo l’Ipo in un momento in cui le condizioni di mercato saranno più serene, ovvero nel giro di 12 mesi al massimo – ha spiegato Collardi -. Noi scenderemo al 50%, il management rimarrà con il 15% ma con un robusto piano di incentive scheme, al mercato il 35%”.
Nel corso dell’ultimo decennio il baricentro dell’attività di Julius Baer si è spostato verso Oriente: se nel 2005 il 90% degli attivi in gestione era concentrato in Svizzera, oggi la metà è localizzato in aree emergenti come Medio Oriente, America Latina Est Europa e, soprattutto Asia: “Qui nel 2006 non avevamo nessuno; oggi più di 1.200 persone”, calcola il ceo. Il restante 50% delle masse è tra la Svizzera e il resto del Vecchio Continente. Alla guida del gruppo svizzero da sei anni, Collardi ha fatto crescere del 75% gli attivi in gestione, portandoli a 300 miliardi di franchi svizzeri