Le banche tedesche criticano duramente le nuove misure di stimolo monetario adottate oggi dalla Banca centrale europea, sostenendo che i tassi di interesse negativi annullano i margini di profitto bancario, compromettono i prestiti di lungo termine e causano distorsioni in alcuni segmenti del mercato obbligazionario.
Michael Kemmer, analista del gruppo di lobby BdB, che rappresenta gli azionisti di deutsche Bank e di Commerzbank, ritiene che sia necessario che la Bce inietti ulteriore liquidità nel mercato. Secondo Kemmer, infatti, la Bce “sopravvaluta i rischi di deflazione” nell’Eurozona. Infatti il costo del greggio, che è uno dei principali fattori a incidere sugli sviluppi dei prezzi, ha registrato una ripresa nelle ultime quattro settimane, ha osservato Kemmer.
Oggi la Bce ha tagliato in modo consistente le attese di inflazione. Fattore, quest’ultimo, che con ogni probabilità ha avuto un peso rilevante sulle decisioni di potenziamento degli stimoli all’economia appena presi. Ora per quest’anno i tecnici dell’istituzione si attendono un mesto 0,1%, a fronte dell’1% indicato solo tre mesi fa, a dicembre. Per il 2017 prevede un’inflazione all’1,3% dal precedente 1,6% e per il 2018 all’1,6% che comunque non sarebbe ancora agganciato all’obiettivo ufficiale della Bce: inferiore ma vicino al 2%.
“Ci vorrà tempo” perché l’inflazione nell’Eurozona si riavvicini all’obiettivo del 2% e “sarebbe folle credere di tornare a un’inflazione al 2% con un’economia che non si è ancora ripresa”, ha affermato in merito il presidente della Bce, Mario Draghi, in conferenza stampa sottolineando che “la ripresa non è spettacolare, è graduale e sta continuando, l’output gap si chiuderà gradualmente e vedremo movimenti sui salari e sui prezzi”.