Un nuovo colossale acquirente nel mercato dei corporate bond, è destinato a cementare il trend delle emissioni di debito di aziende statunitensi nel Vecchio Continente: si tratta della Bce. Secondo alcuni analisti, l’inondazione potrebbe essere così grande da diminuire le emissione negli Stati Uniti e assicurare un aumento dei prezzi dei bond Usa.
Ultimamente il settore corporate americano ha affollato i mercati obbligazionari europei per il prestito a tassi stracciati. La Bce prevede l’avvio dell’acquisto di obbligazioni societarie nel mese di giugno, probabilmente facendo calare ulteriormente gli oneri finanziari. Le società straniere possono essere incluse nel programma di acquisto a patto che soddisfino vari criteri, tra cui l’emissione dei titoli in euro tramite una filiale locale.
“Il programma della Bce sta spronando mezzo mondo a venire in Europa per emettere debito”, ha commentato Barnaby Martin, credit strategist di Bank of America Corp. Le obbligazioni societarie rientreranno negli 80 miliardi di euro di acquisti mensili di asset della Bce, che attualmente constano principalmente di titoli di Stato. Gli analisti stimano si potrebbe trattare fino a 5 miliardi di euro al mese in tutti i mercati primari e secondari.
Dopo il record del 2015 per l’indebitamento delle imprese nei mercati obbligazionari in Europa, la domanda supplementare potrebbe incoraggiare altre emissioni. È un dato di fatto che le imprese europee si stiano allontanando dai prestiti bancari per andare verso i mercati dei capitali. Dal 18,7% del 2009, secondo l’Association for Financial Markets in Europe, nel 2015 le aziende europee hanno preso a prestito 24,7% del loro denaro (1.800 miliardi di euro) sui mercati obbligazionari, e il resto mediante prestiti bancari.
In una recente nota, i credit strategist di Wells Fargo scrivono che i progetti dell’istituto di Francoforte possono comportare un “notevole allontanamento” dall’emissione di obbligazioni in dollari verso l’indebitamento in euro, che potrebbe ammontare a 100-150 miliardi di dollari nel resto dell’anno.
Stando a Dealogic, le aziende americane sono state i principali mutuatari in euro lo scorso anno, pari al 22% dei 269 miliardi di vendite di debito corporate investment grade, più delle imprese tedesche ed italiane messe insieme. “Ora abbiamo una massa critica di emittenti statunitensi che arrivano in Europa. Quelli che non l’hanno già fatto non vogliono perdere l’opportunità”, ha aggiunto Martin.
Le società straniere possono essere incluse se i loro bond rispondono diversi criteri, come essere garanzie idonee per le operazioni di prestito della Bce. Ed è il caso di General Electric e Prologis, tra le altre. Un altro parametro? Le obbligazioni devono essere emesse da un’entità con sede nella zona euro, ma la società di controllo può essere basata altrove.
L’emissione di queste società attraverso le filiali europee dipende dalla loro disposizione a soddisfare gli ostacoli giuridici e operativi necessari, spiegano i banchieri, come la redazione o l’aggiornamento della documentazione. “I bond devono essere valutati e collocati, il che comporta un costo”, ha ricordato Marco Baldini, head of European corporate syndicate di Barclays.
Da quando la Bce ha annunciato l’intenzione di acquistare obbligazioni societarie nel mese di marzo, gli oneri finanziari per il corporate sono crollati in tutta la regione.
Secondo Barclays, il rendimento medio su debito corporate in euro con rating elevato è dell’1%, rispetto al 1,3% precedente all’annuncio della Bce, a fronte del 2,5% su titoli di debito societario americano simili. Qualcuno ne ha già approfittato. La scorsa settimana McDonald’s ha venduto 2 miliardi di euro di bond. Su una sorsata da 750 milioni di euro di quel debito in scadenza nel 2028 ha pagato un tasso di interesse dello 0,75%, a fronte di una cedola del 3,7% su 1,75 miliardi di dollari di bond in dollari a 10 anni venduti nel mese di dicembre nel quadro di un’offerta di 6 miliardi di dollari.
“McDonald’s non è una società europea, ma sta godendo i benefici” del programma della Bce, ha chiosato Mark Cernicky, amministratore delegato di Principal Global Investors. “Vedremo sicuramente altre società statunitensi venire in Europa per sfruttare i costi di finanziamento più bassi. La nostra preoccupazione è l’effetto collaterale di tutta questa operazione: cosa hanno intenzione di fare con tutto questo denaro?”.
Gli effetti a catena dell’acquisto della Bce potrebbero farsi sentire più in lontananza. Finora, l’escalation dell’indebitamento in euro delle aziende americane ha avuto un impatto poco rilevante sul mercato dei corporate bond degli Stati Uniti. Secondo Dealogic, l’anno scorso le corporation hanno distribuito un record di 611 miliardi di dollari di obbligazioni investment grade nominate in dollari, un aumento del 35% dal 2014.
Tuttavia, l’incremento dell’emissione in euro continua. Quest’anno le imprese statunitensi hanno già venduto 24 miliardi di euro di debito investment grade in euro, oltre cinque volte le emissioni durante tutto il 2011, all’apice della crisi del debito sovrano del continente. La conseguente riduzione di offerta negli Stati Uniti potrebbe dare un consistente impulso a quel mercato, ha indicato Edward Farley, head of European corporate bonds presso PGIM Fixed Income. “Giusto un paio di aziende americane potrebbero cercare e ottenere finanziamento qui piuttosto che negli Stati Uniti”, ha aggiunto. “Se ridurranno le emissioni, sarà un aspetto tecnico positivo per le obbligazioni societarie negli Stati Uniti”.