L’anno prossimo, secondo gli strategist di UBS Wealth Management, il mondo resterà in una fase transizione. La crescita del pil mondiale dovrebbe raggiungere il 3,4%, rispetto al 3,1% del 2015, grazie alla stabilizzazione dei mercati emergenti e al modesto aumento dei consumi nelle economie avanzate. Mark Haefele, responsabile investimenti di Ubs Wealth Management e Ubs Wealth Management Americas, afferma: «Un mondo in transizione rappresenta un ostacolo per la performance dei portafogli. In generale ci aspettiamo una bassa accelerazione della crescita mondiale nel corso dell’anno e consigliamo agli investitori di sovrappesare i mercati azionari».
1) Usa. La crescita dell’economia statunitense è stimata intorno al 2,8% nel 2016 rispetto al 2,5% di quest’anno. Il Paese dovrà porre fine all’era dei tassi zero e Barack Obama lascerà la presidenza al suo successore. Nonostante questi elementi d’incertezza, dovrebbe attenuarsi l’impatto negativo del dollaro forte e dei bassi prezzi dell’energia sugli utili delle aziende statunitensi. La spesa al consumo si preannuncia ancora robusta.
2) Eurozona. L’economia dell’Eurozona è attesa in crescita dell’1,8% l’anno prossimo dall’attuale 1,5%, mentre il Regno Unito dovrebbe continuare a registrare un buon andamento raggiungendo il 2,4%. Nel pieno della crisi legata all’immigrazione dal Medio oriente, l’Europa deve ancora dare risposta alle domande sulla stabilità monetaria e sul futuro di Paesi come il Regno Unito all’interno dell’unione politica europea. L’accelerazione della crescita e le politiche monetarie espansive dovrebbero tuttavia dare sostegno ai risultati delle aziende europee (rating overweight)
3) Asia. Le economie asiatiche saranno in ulteriore rallentamento, per il terzo anno consecutivo, principalmente a causa della decelerazione del pil cinese al 6,2% che eserciterà anche il maggiore impatto negativo sulla crescita mondiale rispetto al 2015. In Cina sono in atto due transizioni: l’adozione di un modello economico orientato più ai consumi che alla produzione industriale e il passaggio da un’economia a controllo statale al libero mercato. Entrambi i fronti creeranno periodicamente incertezze circa la dinamica della crescita e le prospettive per i flussi di capitali.
4) Mercati emergenti. I progressi nei mercati emergenti rimarranno di ridotta entità, ma dovrebbero attestarsi al 4,3%, dal 4,1% di quest’anno. Questi Paesi devono compiere una transizione del proprio modello economico, riducendo la dipendenza dagli investimenti, dalle materie prime e dal capitale a basso costo per porre l’accento sulle riforme strutturali e politiche. Il complesso dei mercati emergenti si ritroverà sotto pressione in un quadro di rialzo dei tassi d’interesse statunitensi.
5) Azioni e bond high yield. Le azioni e le obbligazioni high yield (ad alto rendimento) dovrebbero evidenziare rendimenti complessivamente positivi. I prezzi dei titoli di stato potrebbero subire diminuzioni a fronte del probabile aumento dell’inflazione, delle quotazioni petrolifere e dei tassi di interesse Usa. Nel 2016 gli hedge fund dovrebbero produrre rendimenti corretti per il rischio superiori a quelli del 2015, nel range 4-6%.