Bob Jain, manager di lungo corso di Credit Suisse, attualmente responsabile globale delle attività nel risparmio gestito, lascerà l’istituto svizzero. È un ulteriore passaggio delle rivoluzione voluta dalla nuova direzione.

 

Jain è presso il colosso di Zurigo da poco meno di vent’anni, e ha scalato la gerarchia della banca di investimento insieme all’ex ceo, Brady Dougan. Dougan stesso è stato sostituito lo scorso luglio da Tidjane Thiam, ex consulente e dirigente assicurativo, che ha riorganizzato i vertici di Credit Suisse, e ha cercato di ridimensionare l’investment banking in favore della gestione patrimoniale.

 

Le modifiche varate da Thiam cinque mesi fa hanno portato Jain a dover riferire a Iqbal Khan, il direttore esecutivo del risparmio gestito internazionale della banca e fresco di nomina al comitato esecutivo.

 

Tra le altre figure top che hanno lasciato l’istituto negli ultimi mesi spiccano l’ex co-capo dell’investment bank Gael de Boissard, e l’ex capo del private banking americano Philip Vasan.

 

Peraltro, lo scorso anno Credit Suisse ha optato per la cessione delle attività di private banking negli Stati Uniti, preferendo focalizzarsi su altri mercati, tra cui l’Asia.

 

Jain dovrebbe restare fino a giugno. Tra i precedenti incarichi ha ricoperto il ruolo di co-head dell’operatività sui titoli, capo mondiale del trading proprietario e dell’arbitraggio.

 

Sul tema, il portavoce di Credit Suisse ha rifiutato di esprimersi. Jain, che non è stato possibile contattare, diventerà condirettore investimenti presso Millennium Management, un hedge fund basato a New York.

 

Thiam ha lottato per mantenere la fiducia degli investitori in Credit Suisse, e va avanti nel rimodellare i vertici della banca. La scorsa settimana ha reso noto che il taglio alla banca d’investimento del gruppo sarà più profondo del previsto in termini di entità e di portata.

 

Tale decisione fa seguito alla presa di coscienza tardiva del top management del fatto che la divisione ha tenuto esposizioni su varie asset class più consistenti e rischiose di quanto il ceo e altri vertici ritenessero lo scorso ottobre, quando Thiam aveva esposto gli obiettivi strategici.

 

Negli ultimi tre mesi, il titolo di Credit Suisse è crollato di quasi il 36%.