MILANO – Il settore europeo delle automobili ha vissuto nove mesi di corsa, prima dell’esplosione del Dieselgate, e ha comunque mantenuto il segno positivo anche a ottobre. Eppure è estremamente fragile, a sentire gli analisti di Crédit Suisse, che ne hanno preso atto in un corposo report, pubblicato in questi giorni, nel quale dicono di aspettarsi una crescita del mercato – il prossimo anno – nell’ordine dell’1,5%, rispetto al precedente +2,5% e contro stime del 5-8% diffuse nel comparto. La responsabilità di questa visione ‘bearish’, come dicono gli esperti, cioè ‘da orso’ (aspettativa di ribasso sul mercato, contro la visione ‘da toro’ che predice rialzi), sta nel rallentamento delle flotte commerciali di auto.
Queste, infatti, dominano il mercato occupando il 52% circa dell’intero comparto. Nella ricostruzione degli analisti elvetici, i casi tipici sono quelli di VGermania e Regno Unito, dove arrivano a pesare rispettivamente per il 66 e il 53%. Proprio Il rallentamento delle immatricolazioni per le flotte e i leasing in Germania e Regno Unito, i principali driver del 2015, sono anche i maggiori indiziati di generare rischi al ribasso per il settore, mentre la debolezza dell’euro fornisce un supporto ad un eventuale riscatto. In questo contesto, se devono suggerire un nome sul quale puntare gli analisti elvetici optano per Fca.