Barclays promuove oggi il settore europeo delle banche che torna positivo da neutrale. Anche se il consenso sui ricavi attesi resta ai livelli storici più bassi (+0,5% il nel 2016) scrivono gli analisti, è evidente che il programma di Quantitative Easing della Banca Centrale Europea sta funzionando. E nel contempo la normativa potrebbe ammorbidirsi. Con conseguenti prospettive migliori per dividendi e roe (return on equity).
Certo, non bisogna dimenticare il rischio Cina, ricordano gli esperti, ma i prezzi dei titoli stanno già inglobando un “ragionevole aumento del rischio” in questo senso.
I ratio di Basilea IV sono attesi più bassi di un paio di punti, scrive l’equity research team di Barclay’s, a quota 10-11% al posto degli attuali (Basilea III) 12-13%. La maggior parte delle banche europee sarà in grado di superare facilmente i nuovi livelli entro un paio di anni, con la prospettiva di un ritorno interessante dei livelli di dividendo.
Un discorso che vale soprattutto per le banche del Nord Europa e meno per quelle della periferia, più soggetta alle nuove regole in arrivo sull’esposizione al debito sovrano, cioè ai titoli di Stato in portafoglio.
Infatti, secondo Barclays, le italiane Unicredit e Mps non saranno in grado di registrare un surplus sul Cet 1 ratio entro la fine del 2017, così come Bbva, Santander e e Bnp Paribas .
A posizionarsi bene, dall’altra parte del fronte (surplus registrato già entro la fine dello scorso anno) sono Rbs, Swedbank, Lloyds, Danske con percentuali positive fino al 3% oltre al Cet1 ratio richiesto. Nella lista dei buoni istituti di credito (surplus di capitale compreso fra 1,5% e circa 0,8%) compaiono le italiane Ubi e Intesa .
Di conseguenza Barclays punta, all’interno del settore europeo, su Lloyds (solidità di capitale, yield, business mix), Deutsche Bank (valutazione, business mix), Danske (solidità di capitale, yield, business mix), Ing (yield, difesa dei margini) e su Abn Amro (miglioramento dell’efficienza di capitale, difesa dei margini).