Fusioni e acquisizioni tra banche di media grandezza all’interno dell’Ue sono più probabili di merger tra big. I motivi? Molti degli istituti più grandi hanno capitali ristretti ed è difficile convincere i membri del cda e gli azionisti che un consolidamento è una scelta saggia. E poi l’Antitrust può alzare qualche obiezione
Fusioni e acquisizioni tra banche di media grandezza all’interno dell’Ue sono più probabili di M&A tra colossi bancari, è quanto ritiene Fitch, ricordando le indiscrezioni recenti di un possibile contatto tra Deutsche Bank e Commerzbank per un’integrazione. Molti degli istituti più grandi, tradizionalmente acquirenti di altre banche, “hanno capitali ristretti e questo rende più difficile finanziare accordi considerevoli”, ha spiegato l’agenzia di rating.
E’ poi difficile, in tempi in cui i ritorni generati sono scarsi, convincere i membri del board e gli azionisti che un consolidamento è una scelta saggia. Citando i dati dell’European Banking Authority, Fitch nota che il Roe medio delle banche europee è stato solo del 4,7% nel 2015, ben al di sotto del costo del capitale, tipicamente al 10%. In sistemi dove il comparto bancario è più concentrato, come Svezia, Repubblica Ceca e Slovacchia, i profitti sono relativamente forti, un indizio di come in Paesi con sistemi più frammentati si potrebbe rafforzare il comparto attraverso consolidamenti.
L’Autorità Antitrust può anche alzare obiezioni qualora due grandi istituti si fondano. Tuttavia Daniele Nouy, a capo della Vigilanza bancaria della Bce, ha detto di recente che “nell’Eurozona non sembrano esserci mercati con poche banche. Direi anzi che in alcune parti ci sono spazi per consolidamenti e acquisizioni”.
Nell’Ue operano più di 3.000 banche ma circa la metà sono casse di risparmio o cooperative di supporto mutuale ai gruppi bancari. I piccoli istituti non legati a tale gruppo potrebbero trovare “difficoltà a operare indipendentemente in un contesto sfidante di bassi tassi, crescente regolamentazione e bassa crescita”. Per Fitch il pil dell’Eurozona registrerà un +1,4% nel 2017 e nel 2018.
Le due banche cooperative tedesche rimanenti sul mercato, Dz Bank e Wgz Bank si sono unite il 29 luglio, ma in Germania operano più di 1.000 banche cooperative locali e più di 400 casse di risparmio. Sul baltico, la fusione pianificata tra Nordeas e Dnb e annunciata lo scorso 25 agosto dovrebbe essere facile, dato che entrambe operano da lungo tempo nella regione.
Tuttavia anche le transazioni che coinvolgono acquirenti con interessi legali possono affrontare rischi e l’offerta di CaixaBank per le azioni mancanti di Banco Bpi ne è un buon esempio. Se CaixaBank ottenesse il controllo pieno di Bpi, sarebbe più facile implementare le opportunità sul mercato portoghese. L’attuale struttura proprietaria, con CaixaBank che detiene il 45,16% di Bpi ma con diritto di voto limitato al 20%, ha complicato la questione, perché i diritti di voto per CaixaBank dovrebbero comunque rimanere inferiori alle quote.
L’Italia, ha ricordato infine Fitch, ha agito per risolvere i problemi di corporate governance nelle sue banche cooperative trasformandole in società per azioni. Questo ha spianato la strada per la fusione tra il Banco Popolare e la Banca popalare de Milano, che ha ricevuto l’approvazione l’8 settembre.